martedì 17 novembre 2009

Il sogno: il luogo degli "indizi psichici"

Freud all'inizio del '900, partendo dalla pratica terapeutica, restituisce al sogno il grande potere che riveste per la vita psichica dell'uomo, togliendolo dall'equivoco medico-filosofico che si era protratto per più di un secolo e che aveva considerato il sogno come un evento fisiologico.


La sua opera fu accolta in alcuni ambienti con scetticismo e ostilità, ma produsse comunque un'eco così potente che è praticamente impensabile il nostro secolo senza la grande opera di Freud.

Freud scorse nel sogno l'esteriorizzazione più evidente di quella parte dell'anima che è immersa nell'oscurità, definendo lo studio del sogno e l'interpretazione come "la strada maestra per giungere alla conoscenza dell'anima".

L'uomo ha in sé due grandi tendenze antagoniste: il principio di piacere e quello di realtà (Per principio di piacere non si deve intendere solo quello sessuale, anche se in realtà nella pratica terapeutica sia Freud che la sua scuola si sono interessati soprattutto a questo aspetto della questione).

Il principio del piacere costituisce una grandissima energia interna a cui si oppone il principio di realtà.

Il principio di realtà è una specie di meccanismo psichico che opera l'adattamento dell'uomo alla realtà e all'ordine morale. Questo principio per contrasto esige la rinuncia a quella parte del piacere che supera i limiti consentiti dalla morale e crea così gravi disturbi per l'individuo.

L'uomo si trova così immerso nel conflitto tra il piacere e la sua limitazione, potremmo dire che questa affermazione, seppure troppo sintetica per un'adeguata analisi del pensiero freudiano, ci introduce alla definizione del sogno: il sogno è la via di uscita, lo sfogo, della strapotente energia sessuale rimossa nell'inconscio.

Freud distingue tra contenuto manifesto e contenuto latente del sogno: il contenuto manifesto è ciò che realmente costituisce la narrazione del sogno, sono gli eventi che appaiono in sogno, ma tutto questo altro non è che una deformazione e una "facciata" per il vero pensiero del sogno che è inconscio e rifiuta di venir scoperto.

La deformazione, il travestimento del reale contenuto onirico è assolutamente necessario per non far incontrare all'io, in modo diretto e brutale, come sia realmente la propria interiorità, sommersa dai proibiti appetiti sessuali.

Il processo di trasformazione e mascheramento delle pulsioni inesprimibili, desideri sessuali, pensieri di vendetta o desiderio di uccidere, si definisce censura e come tale opera: selezionando cioè quello che può essere presentato alla coscienza e ciò che invece deve essere adeguatamente dissimulato e trasformato.

Il sogno è un abile custode della coscienza, riesce a trasformare i desideri in immagini e renderli innocui, dà la possibiltà all'inconscio di uscire allo scoperto senza creare traumi e danni alla coscienza che vigila costantemente.