mercoledì 23 dicembre 2009

....la rete unisce un figlio ed un padre....

Riporto un articolo che è stato pubblicato questa mattina sul noto quotidiano "Il Resto del Carlino":


Firenze, neonato
abbandonato in chiesa
ritrova il padre
e vola in Texas
La madre se ne era liberata a firenze, nella chiesa Dell'Adorazione Perpetua dopo il parto. L’uomo aveva scoperto la notizia su internet ed era tornato in Italia





Firenze, ABBANDONATO UN BIMBO NELLA CHIESA DELLE SUORE IN VIA RUCELLAI

Firenze, 23 dicembre 2009 - HA FINALMENTE trovato e abbracciato il padre e con lui trascorrerà il primo Natale. Felice epilogo per la toccante vicenda del piccolo che a soli due giorni di vita, il 29 luglio scorso, fu trovato abbandonato nella chiesa dell’Adorazione Perpetua di via Rucellai a Firenze.

LA VICENDA era stata al centro della cronaca fiorentina, e non solo, per almeno un mese e aveva profondamente toccato la sensibilità dei lettori: il bimbo aveva solo 48 ore di vita quando era stato trovato avvolto in una maglia di cachemire fra i banchi della chiesa da suor Laura e la novizia Marina. Di lì erano subito partite le indagini della Procura fiorentina alla ricerca della mamma, una donna di lingua spagnola ma presumibilmente di origine americana, come aveva raccontato la novizia che aveva parlato con lei in chiesa poco prima dell’abbandono.

Dopo circa un mese di ricerche congiunte con gli investigatori americani arrivò la confessione di una giovane portoricana, Stefany, di famiglia benestante che confessò quella maternità non voluta dalla sua ricca famiglia, che non condivideva quella relazione con un giovane ritenuto non all’altezza e la decisione di abbandonare dunque il bimbo. In seguito si scoprirà, grazie all’utilizzo del luminol sostanza che rintraccia tracce di sangue, anche il luogo del parto, un albergo fiorentino e il concorso e aiuto dei genitori della ragazza, entrambe medici, che nei giorni del parto comperarono sostanze antiemorragiche in una farmacia vicina.

Nel frattempo era intanto partita un’altra ricerca, quella di Brandon, 28 anni texano, nero e al tempo compagno della ragazza e soprattutto padre del bambino che lei mise al mondo a sua insaputa. Dal racconto di Brandon, la ragazza disse in un primo momento che il bimbo era morto durante il parto ma qualcosa non convinceva il ragazzo che, saputo del viaggio in Italia di Stefany, iniziò a leggere via web le cronache dei quotidiani italiani, fino a trovare sulle pagine internet proprio de La Nazione la notizia del ritrovamento del bimbo.

Strappò poi la confessione alla sua ex: quello che le suore avevano trovato e chiamato Pietro, ovvero uomo forte e coraggioso, era suo figlio. Ed ecco la forza dell’amore spingere Brandon Henry a contattare la procura fiorentina, individuare il suo legale in Vincent Lualdi, avvocato di diritto internazionale a Firenze e iniziare la personale impresa e suo sogno: trovare e portare a casa suo figlio.

Brandon ha davvero trovato nel legale fiorentino la mano del suo cuore: l’avvocato Lualdi lo ha fatto venire in Italia, ospitato in un casolare a Siena appartenente alla moglie Francesca Fumi, villa L’Aia, e qui dopo il riconoscimento della paternità e capacità di prendersi cura del bambino, in 47 giorni è riuscito a fargli abbracciare il piccolo Pietro che il 23 novembre scorso è ripartito con lui alla volta del Texas.

«Come potevamo non essere coinvolti da una storia così toccante e non fare tutto ciò che potevamo?», così Francesca Fumi, studiosa d’arte, senese doc di una delle famiglie più note in città, racconta il suo coinvolgimento nella vicenda del piccolo Pietro. «Brandon è una persona squisita — prosegue —. Ci siamo innamorati del suo grande desiderio di avere questo bimbo. E’ stato qui per un mese e mezzo e ci ha coinvolti passo dopo passo: si è affidato a noi per tutto e noi abbiamo vissuto con lui questa bellissima impresa. Era commovente vederlo andare quasi tutti i giorni al duomo a pregare per il suo Pietro; e entusiasmante vederlo così pieno di fiducia, sempre ottimista. Qui a Siena ha fatto conoscenza con tante persone che hanno saputo la sua storia e credo siano ora felici di sapere che è giunta a buon fine».

Oggi Pietro ha quasi sei mesi, sta bene e al fianco del padre e della nonna vive felice in Texas, forse nemmeno memore, alla sua giovane età, di aver già vissuto una prova tanto difficile ma fortunatamente anche a lieto fine. Quasi un regalo di Natale se mai un regalo possa essere tanto grande.

di PAOLA TOMASSON