martedì 29 dicembre 2009

.... Quando la realtà viene soggiogata dalla finzione.... Assignment n°4,Coda: Social networking

Nel mondo in cui viviamo l'uomo spesso non riesce a distinguere, a distanziare, a separare ciò che è reale da ciò che è virtuale.
Questo talvolta può portare ad una destabilizzazione dell'intero individuo, che si trova a dover incarnare numerose personalità senza poi riuscire a comprendere quale sia quella che lo rappresenta realmente.. L'uomo odierno non conosce se stesso, la propria anima nè il proprio corpo.. e non è poi così diverso da quello descritto nel secolo scorso da noti autori come U.Foscolo o Pirandello che, sebbene lo abbiano analizzato da punti di vista differenti, hanno percepito la necessità che esso ha di ritrovare l' Uno, l'Essere, l'Es... in mezzo a quei Centomila..

"Io non so nè perchè venni al mondo; nè come; nè cosa sia il mondo; nè cosa io stesso mi sia.
E s'io corro ad investigarlo, mi ritorno confuso d'una ignoranza sempre più spaventosa.
Non so cosa sia il mio corpo; i miei sensi, l'anima mia; e questa stessa parte di me che pensa ciò c'hio scrivo, e che medita sopra di tutto e sopra sè stessa, non può conoscersi mai.
Invano io tento di misurare con la mente questi immensi spazi dell'universo che mi circondano.
Mi trovo come attaccato a un piccolo angolo di questo spazio incomprensibile, senza sapere perchè sono collocato piuttosto quì che altrove, o perchè questo breve tempo della mia esistenza sia ssegnato piuttosto a questo momento dell'eternità che a tutti quelli che precedevano, e che seguiranno.
Io non vedo da tutte le parti altro che infinità le quali mi assorbono come un atomo."
Tratto da "Le Ultime lettere di Jacopo Ortis", U. Foscolo


Il social networking è un mezzo che, se non utilizzato con la giusta razionalità e consapevolezza, può fomentare la destabilizzazione già insita nell'uomo per sua natura poichè induce quest'ultimo a diventare semplicemente un utente passivo....



Il video, benchè contenga in sè dei paradossi, forse vuol metterci di fronte ad una realtà che sta oltrepassando ciò che realtà è davvero...
Cosa fare??
Beh imparare a filtrare ciò che è virtuale da ciò che è reale e tangibile, cercando di utilizzare la tecnologia in maniera costruttiva e non distruttiva...

Io un primo passo l'ho fatto... ora sta a voi..

Esplorando Esplorando..... Assignment n°5

..Leggendo l'ultimo assignment del Professore è rinata in me la curiosità, la voglia, la necessità di immergermi per l'ennesima volta nella ricerca di Video-lezioni.... Esplorando e Riesplorando mi sono imbattuta in numerosi video.
Questo lo consiglierò a mio fratello, ragazzo 17enne che si trova alle prese con lo studio della funzione in matematica e che molte volte mi ha chiesto aiuto...



Ecco fatto... ringraziamenti a parte ... mi sono resa conto che ho fatto nel mio piccolo del bene ad una classe intera e perchè no, forse, del bene a tutti quei ragazzi e ragazze che come lui si sono trovati in difficoltà di fronte a problemi matematici..

Mi metto nuovamente a cercare... esploro... recupero nozioni ... informazioni... soluzioni...

Questo è il fantastico mondo della comunizione virtuale.. il fantastico mondo della tecnologia...

Esploro, Esploro... e cosa trovo??? una fantastica spiegazione di una lezione di informatica...su excell...



A questa ne seguono molte altre.... Navigando e vagando sono riuscita a trovare un intero corso online...

Sono soddisfatta... sono partita quasi certa che la mia esplorazione non sarebbe andata a buon fine...ed ora mi ritrovo con un intero corso on line...

Che soddisfazione!!!

mercoledì 23 dicembre 2009

....la rete unisce un figlio ed un padre....

Riporto un articolo che è stato pubblicato questa mattina sul noto quotidiano "Il Resto del Carlino":


Firenze, neonato
abbandonato in chiesa
ritrova il padre
e vola in Texas
La madre se ne era liberata a firenze, nella chiesa Dell'Adorazione Perpetua dopo il parto. L’uomo aveva scoperto la notizia su internet ed era tornato in Italia





Firenze, ABBANDONATO UN BIMBO NELLA CHIESA DELLE SUORE IN VIA RUCELLAI

Firenze, 23 dicembre 2009 - HA FINALMENTE trovato e abbracciato il padre e con lui trascorrerà il primo Natale. Felice epilogo per la toccante vicenda del piccolo che a soli due giorni di vita, il 29 luglio scorso, fu trovato abbandonato nella chiesa dell’Adorazione Perpetua di via Rucellai a Firenze.

LA VICENDA era stata al centro della cronaca fiorentina, e non solo, per almeno un mese e aveva profondamente toccato la sensibilità dei lettori: il bimbo aveva solo 48 ore di vita quando era stato trovato avvolto in una maglia di cachemire fra i banchi della chiesa da suor Laura e la novizia Marina. Di lì erano subito partite le indagini della Procura fiorentina alla ricerca della mamma, una donna di lingua spagnola ma presumibilmente di origine americana, come aveva raccontato la novizia che aveva parlato con lei in chiesa poco prima dell’abbandono.

Dopo circa un mese di ricerche congiunte con gli investigatori americani arrivò la confessione di una giovane portoricana, Stefany, di famiglia benestante che confessò quella maternità non voluta dalla sua ricca famiglia, che non condivideva quella relazione con un giovane ritenuto non all’altezza e la decisione di abbandonare dunque il bimbo. In seguito si scoprirà, grazie all’utilizzo del luminol sostanza che rintraccia tracce di sangue, anche il luogo del parto, un albergo fiorentino e il concorso e aiuto dei genitori della ragazza, entrambe medici, che nei giorni del parto comperarono sostanze antiemorragiche in una farmacia vicina.

Nel frattempo era intanto partita un’altra ricerca, quella di Brandon, 28 anni texano, nero e al tempo compagno della ragazza e soprattutto padre del bambino che lei mise al mondo a sua insaputa. Dal racconto di Brandon, la ragazza disse in un primo momento che il bimbo era morto durante il parto ma qualcosa non convinceva il ragazzo che, saputo del viaggio in Italia di Stefany, iniziò a leggere via web le cronache dei quotidiani italiani, fino a trovare sulle pagine internet proprio de La Nazione la notizia del ritrovamento del bimbo.

Strappò poi la confessione alla sua ex: quello che le suore avevano trovato e chiamato Pietro, ovvero uomo forte e coraggioso, era suo figlio. Ed ecco la forza dell’amore spingere Brandon Henry a contattare la procura fiorentina, individuare il suo legale in Vincent Lualdi, avvocato di diritto internazionale a Firenze e iniziare la personale impresa e suo sogno: trovare e portare a casa suo figlio.

Brandon ha davvero trovato nel legale fiorentino la mano del suo cuore: l’avvocato Lualdi lo ha fatto venire in Italia, ospitato in un casolare a Siena appartenente alla moglie Francesca Fumi, villa L’Aia, e qui dopo il riconoscimento della paternità e capacità di prendersi cura del bambino, in 47 giorni è riuscito a fargli abbracciare il piccolo Pietro che il 23 novembre scorso è ripartito con lui alla volta del Texas.

«Come potevamo non essere coinvolti da una storia così toccante e non fare tutto ciò che potevamo?», così Francesca Fumi, studiosa d’arte, senese doc di una delle famiglie più note in città, racconta il suo coinvolgimento nella vicenda del piccolo Pietro. «Brandon è una persona squisita — prosegue —. Ci siamo innamorati del suo grande desiderio di avere questo bimbo. E’ stato qui per un mese e mezzo e ci ha coinvolti passo dopo passo: si è affidato a noi per tutto e noi abbiamo vissuto con lui questa bellissima impresa. Era commovente vederlo andare quasi tutti i giorni al duomo a pregare per il suo Pietro; e entusiasmante vederlo così pieno di fiducia, sempre ottimista. Qui a Siena ha fatto conoscenza con tante persone che hanno saputo la sua storia e credo siano ora felici di sapere che è giunta a buon fine».

Oggi Pietro ha quasi sei mesi, sta bene e al fianco del padre e della nonna vive felice in Texas, forse nemmeno memore, alla sua giovane età, di aver già vissuto una prova tanto difficile ma fortunatamente anche a lieto fine. Quasi un regalo di Natale se mai un regalo possa essere tanto grande.

di PAOLA TOMASSON

lunedì 21 dicembre 2009

Ragazzi a spasso tra ..... i dissapori....

" Mi sono chiesta spesso perchè non mi sia accorta prima di quello che stava succedendo a Christiane. la risposta è semplice, ma ho potuto accettarla soltanto dopo avere parlato con altri genitori che avevano dei ragazzi con i quali avevevano abuto esperienze analoghe alla mia. Semplicemente non volevo rendermi conto che mia figlia era drogata.
[...] L'errore più grande è forse quello di volersi convincere che i propri figli non sono così. Quando Christiane cominciò ad isolarsi, quando sempre più spesso prese a evitare il contatto con la famiglia e nei fine settimana preferiva uscire con i suoi amici piuttosto che con noi, avrei dovuto insistere a chiedere "perchè". Ho preso alla leggera troppe cose."
"Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino" Christiane F.


IL GRANDE AIUTO CHE POSSONO FORNIRE I GENITORI
I rapporti tra adolescenti e genitori sono molto importanti per apprendere, fuori dalla scuola, una base di tipo sociale ed intellettuale. La presenza di una buona armonia in famiglia può deviare i ragazzi a fare uso di droghe e sostanze stupefacenti.
LE RICERCHE
L’indispensabilità dei rapporti familiari è stata evidenziata da alcune ricerche e da alcuni sondaggi svolti da un gruppo di scienziati, di origine americana, su un campione di 500 soggetti tra gli 11 e i 15 anni. Nel suddetto sondaggio il 90% degli intervistati ha progredito nell’uso di droghe, a causa dei burrascosi rapporti familiari, nel seguente ordine: ASTINENZA, ALCOOL, TABACCO, MARIJUANA E DROGHE PESANTI. Tutto questo avviene tra i 13 e i 14 anni con il passaggio dalle scuole medie alle superiori.

I ragazzi, soprattutto in questo periodo, possono essere molto influenzabili sia per la scarsa sicurezza in loro sia perché a volte per essere rispettati da tutti cercano modelli di riferimento poco adatti. I giovani come prima cosa cercano di assomigliare ai genitori o a parenti stretti. La tossicodipendenza dei familiari può causare spesso la dipendenza nei figli che cercano di emulare il padre o la madre. Bisogna poi fare una netta distinzione tra i comportamenti femminili e quelli maschili, infatti, per le ragazze è molto più pericoloso poiché non si sentono in grado di affrontare i grossi problemi quotidiani e in quanto cercano molto spesso di liberarsi per mezzo dell’assunzione di droghe o alcool. Inoltre i conflitti all’interno dell’ambiente familiare e la scarsa coesione in famiglia aumentano il rischio di abuso di droghe nei giovani.

La diffusione tra i ragazzi a fare uso di droghe ha portato molti di loro a compiere atti non leciti e azioni inconsuete per una persona di questa età. Tutto questo avviene soprattutto per avere i mezzi e quindi il denaro per comprare la droga di cui ormai il giovane non può più farne a meno.

Una buona relazione tra genitori e figli può rappresentare quindi un ottimo ostacolo contro la tendenza dei giovani tra i 13 e i 23 anni a sperimentare le sostanze stupefacenti anche sotto l’influenza di amici tossicodipendenti. Come riflessione credo non sia opportuno sbilanciarsi lanciando sentenze e dando giudizi senza conoscere in prima persona il problema della tossicodipendenza tra gli adolescenti.

Consultare la pagina
http://www.droga2.it/prevenzione-droghe.htm
perchè per tutto c'è un rimedio.... ed i rimedi vanno conosciuti a fondo per poter affrontare e fronteggiare i problemi.
spero che questo link possa essere d'aiuto non solo a noi ragazzi che veniamo quotidianamente a contatto con la realtà "Droga", ma anche a tutti quei genitori che ne vogliono sapere sull'argomento e su come questo possa essere affrontato nel migliore dei modi..


Questo video da una speranza:

mercoledì 16 dicembre 2009

Riscoprendo il teatro.... a Spasso tra la programmazione del Metastasio

Sono appena tornata dal teatro Metastasio ( Prato ), dove ho assistito alla prima dello spettacolo "Pensaci, Giacomino!", nota commedia di Luigi Pirandello....
Lo spettacolo è presente a teatro dal 16 al 20 dicembre...


"Un lavoro audacissimo". Così Pirandello descrive al figlio Pensaci, Giacomino! , la commedia scritta per Angelo Musco, che ci fa divertire nel guardare da vicino legami familiari paradossali e tumultuose relazioni con un perbenismo di facciata.
Audacissimo è infatti l'intreccio che fin dalla stesura dell'omonima novella da cui il testo teatrale prende spunto crea scalpore tra i lettori del Corriere delle sera , su cui era stata pubblicata nel 1910: Agostino Toti, vecchio professore di liceo anticonformista, di Lillina, messa incinta da Giacomino Delisi, un suo ex alunno.
Per qualche anno il professore permette alla giovane moglie e al suo amante di incontrarsi nella sua casa, beandosi della felicità conquistata con questa inattesa famiglia e ostentando indifferenza per le reazioni scandalizzate della gente di fronte a un equivocabile, inaccettabile menage à trois.
Questo fino a quando Giacomino si fidanza con "giovine orfana e perrbene".
Agostino con la determinazione di un paladino della giustizia e della vera moralità si precipita da Giacomino e riesce a riportarlo a casa sua dopo averlo minacciato, implorato e infine commosso con il richiamo alla paternità e all'amore di Lillina.


"Onestà è una parola così solitaria, tutti sono così falsi.."

....Sempre più spesso ci si nasconde dietro a qualsiasi filtro riesca a proteggerci dalla realtà, dagli altri, quasi come se vivere una vita parallela, virtuale, ci dia la possibilità di scappare dal nostro oggi, dal nostro domani....Almeno onesti con noi stessi è indispensabile esserlo, al costo di essere cinici, cattivi, spietati....conoscere i nostri pregi
ed i nostri difetti, migliorarsi fin dove possibile, accettarsi e imparare a convivere con loro laddove non possiamo più farci niente. Guardare una persona negli occhi ed avere il coraggio di essere come si è, rappresenta il primo passo per essere onesti. Avere il coraggio di dire: ecco chi sono....puoi valutarmi, giudicarmi, farmi a fette ma io sono qui, non
mi sposto di un passo....sembra follia, ma essere fermamente onesti paga sempre...non nell'immediato magari..ma alla lunga di sicuro.
E poi anche se non paga....onesti lo si è per se stessi e non per gli altri, quindi la soddisfazione personale che si ha
è impagabile....comunque vada.
Essere onesti in amore, poi, diventa ancora più complicato, perchè subentrano mille alri fattori: l'attrazione fisica,
il cuore, i sentimenti, le paure...
L'amore spesso riesce a tirare fuori il meglio ed insieme il peggio di noi stessi: la mancanza di coraggio di esprimerci
vincola tragicamente i nostri rapporti affettivi con gli altri, ci impedisce di manifestare loro il nostro amore, di
farne comprendere la gradazione, di trasmetterlo, e purtroppo anche spesso ci impedisce di riceverlo...
Essere onesti sembra tante volte uno stridente contrasto con la parola amore...quasi che per far andare avanti l'amore
sia indispensabile essere meno onesti di quanto lo sia con persone che "amiamo" con una gradazione minore...ma allora
che amore è?? non quello che voglio..non quello che so dare.

SOGNARE AD..... OCCHI APERTI

Giocare con la fantasia è un qualcosa che non ha età, anzi credo che spesso sia un modo
per non invecchiare mai, per non ingrigirsi, per non perdere mai quello spirito
"fanciullesco" che fa spesso stare bene anche nei momenti più no....
Mille volte nell'arco di una giornata mi capita di soffermarmi un secondo nel frastuono
della città, guardare fuori della finestra e
pensare a dove avrei potuto essere se... o a cosa avrei potuto fare in quell'esatto
istante se....
E' chiaro che pensi a situazioni sempre "idilliache", i posti più belli in cui ho avuto
la fortuna di poter andare, mi sogno il mare, le grandi città, le montagne, la neve, ed è
un momento che dura pochi secondi che mi fa ritrovare il sorriso anche quando non ne va
una dritta...
Tante volte mi metto un po' di musica che mi piace e la uso come "tappeto sonoro" di
questi istanti di relax, e me la godo....lavoro un po' di immaginazione e d'improvviso
scompare la carta dalla scrivania, spariscono le pareti, e mi trovo immerso in un mondo
tutto mio, tutto immaginario, in cui le cose che mi circondano mi assomigliano un po' o
comunque sono fatte come io me l'aspetto....
In realtà il "sogno" accompagna spesso anche gran parte del lavoro e dello studio: ogni progetto, ogni
programma di lavoro ha un obbiettivo, troppo spesso concreto, a cui è bello aggiungere
anche un qualcosa di più umano, più piacevole, più stimolante...
Sono convinta che persone motivate rendano di
più, e che alla fine siano più soddisfatte, anche se fare le cose "sentendole" come
proprie spesso costa più fatica che non farle come un lavoro qualsiasi....
Il sogno, inteso come porsi un obbiettivo concreto ed innalzarlo ad un qualcosa di ideale
e sicuramente più affascinante ed attraente, è sicuramente il mio modo di vivere, il mio
modo di dare un peso alle cose che contano, e soprattutto il mio metro di valutazione
delle persone....troppo spesso bianco o nero....con poche sfumature, nonostante il sogno
obblighi ad utilizzare tutte le sfumature di colore che siamo in grado di leggere....
...volo in questo sogno senza fine grazie alle ali dorate di un angelo che mi ha preso
per mano senza esitare..